La poltrona è un elemento d’arredo concepito principalmente per il comfort, che regala un’occasione di relax e avvolge in un piacevole abbraccio, dove si possono trascorrere attimi di abbandono immersi nei propri pensieri. Diventata nel tempo un simbolo di comodità e ozio, oltre che di eleganza e stile, la poltrona può assumere svariate forme ed essere adatta per scopi e contesti diversi: ne esistono da riposo, da lettura, da salotto, ecc. La storia dell’arte ha visto molti artisti – Matisse, Cézanne, Renoir, Picasso, Modigliani, Boldini – immortalare nei propri dipinti persone adagiate su una poltrona. Teresa Santinelli la rende, invece, assoluta protagonista, affidandole il ruolo centrale nei quadri del suo nuovo ciclo pittorico, collocata all’interno di scene dal sapore malinconico.
Astrattismo e matericità sono le caratteristiche della produzione più recente di Teresa Santinelli, i cui dipinti si sono distaccati dalla figurazione degli esordi, pur continuando a conservarne alcuni tratti. È la materia l’elemento fondamentale delle sue opere: non solo colore, ma anche terra, poliuretano e foglie d’oro, che coprono, e talvolta svelano, la pittura a olio sottostante, formata da gialli e rossi incupiti dalle sovrapposizioni materiche scure aggiunte in un secondo momento. I suoi lavori richiedono procedimenti lunghi e meditati, frutto di inizi, abbandoni e riprese continue, fino al completamento dell’opera. Quello che predilige nella sua pittura sono gli sfondi, che non sono semplici elementi decorativi, ma diventano protagonisti del quadro, alla stessa stregua dei personaggi o degli oggetti che vi possono comparire.
La stanza è un tema e un luogo frequente nella letteratura e nell’arte in genere. In letteratura è una porzione di una grande composizione, è il luogo “che offre al poeta il conforto della solitudine e della meditazione” (F. Salsano) ma è anche luogo della creazione poetica, e di una elaborazione fantasmatica che favorisce la simbolizzazione, in immagine o in parola, di una visione che racchiude (e nasconde) i ricordi più cari, i desideri più segreti, il luogo della separatezza e dell’inconscio. Ma la stanza, grembo e prigione dell’anima femminile, si amplia a comprendere la “realtà” nella sua inquietante molteplicità e attraverso la porta unisce il qui e l’altrove.
Comunicato stampa Francesco Mastrorizzi